Il ruolo della First lady nel contesto politico italiano, rappresentato dalla consorte del Presidente o, in sua assenza, dalla figlia, risulta un aspetto poco approfondito nella storia del Paese.
La sfida nella definizione deriva dalla mancanza di un fondamento giuridico-costituzionale, collocando la funzione in una delicata zona di confine tra la sfera privata e quella pubblica.
Le First ladies, nonostante la loro stretta vicinanza al Presidente della Republica, non vengono riconosciute come componenti della “presidential partnership” o del team presidenziale. Questo aspetto mette in luce il divario tra l’immagine ufficiale e la realtà delle loro attività mettendo in risalto dinamiche spesso contradditorie.
Tra i dodici Presidenti del nostro Paese, Enrico De Nicola è l’unico celibe, mentre Giuseppe Saragat, Oscar Luigi Scalfaro, e Sergio Mattarella, tutti vedovi, hanno avuto le figlie: Ernestina, Marianna e Laura al loro fianco.
In un’analisi dettagliata delle First ladies, emerge un quadro variegato: se Carla Voltolina e Giuseppa Sigurani, mogli rispettivamente di Sandro Pertini, e Francesco Cossiga, furono figure quasi invisibili, Carla Bissatini, consorte di Giovanni Gronchi, limitò la partecipazione agli eventi ufficiali. Vittoria Michitto, al contrario, innova la prassi apparendo al fianco di Giovanni Leone in ogni circostanza.
Le mogli di Lugi Einaudi e Antonio Segni, Ida Pellegrini e Laura Carta Caprino, hanno interpretato il ruolo con austera riservatezza. Franca Pilla, consorte di Carlo Azeglio Ciampi, e Clio Bittoni di Giorgio Napolitano, hanno mostrato un maggior coinvolgimento nella vita pubblica dei rispettivi mariti.
Con l’insediamento di Luigi Einaudi, il Quirinale subì una profonda trasformazione, passando da reggia a sede di rappresentanza e residenza del Presidente della Repubblica.
Ida Pellegrini, figlia del conte Giulio Pellegrini, originaria di Pescantina nella provincia di Verona, fu la prima consorte a varcare le soglie del Palazzo.
Rimasta orfana di madre, si trasferì a Torino con il padre, frequentò l’Istituto Tecnico, dove il giovane professore Luigi Einaudi insegnava. La loro storia d’amore sbocciò a scuola, quando lei aveva 17 anni e lui 29. Un racconto che sembrava tratto da un romanzo d’appendice.
Nel rispetto delle consuetudini dell’epoca e considerata la delicata situazione, il futuro Presidente della Repubblica si recò dal preside, il quale convocò il padre della ragazza.
Inizialmente preoccupato, quest’ultimo rimase sorpreso quando apprese il motivo dell’incontro.
Durante l’estate, Luigi inviava giornalmente a Ida una cartolina contenente solamente la sua firma.
Il fidanzamento fu breve e il matrimonio celebrato a Torino nel 1903 durò 59 anni.
Ebbero cinque figli; la tragica perdita di due di loro segnò la vita familiare, mentre gli altri tre figli furono Mario, Roberto e Giulio.
Al Quirinale, la coppia si stabilì nella Palazzina del Fuga. La signora Ida curava con attenzione il pavimento di marmo, nel corridoio della Lunga Manica e nell’appartamento privato.
Premura necessaria poichè il Presidente, claudicante, camminava appogiandosi ad un bastone e temeva di scivolare.
Nella sua prima visita a Palazzo, donna Ida fu accompagnata da Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e da Ferdinando Carbone, destinato a diventare Segretario generale. Al termine del sopralluogo, Andreotti si rivolse ai funzionari del Quirinale dicendo: “È stato molto difficile convincerli a venire. Quando arriveranno stasera, non fateveli scappare”.
L’attività di rappresentanza si contraddistingueva per l’essenzialita, i criteri spartani e un menù “leggero” in sintonia con il clima del dopoguerra.
Nel settembre 1948, la signora Einaudi affrontò le limitazioni di cibi e bevande per preparare il buffet agli ospiti partecipanti al Congresso dell’Unione parlamentare. Un evento che coinvolgeva seicento fra deputati e senatori provenienti da tutto il mondo.
Il Presidente e la moglie destinarono una parte dei fondi assegnati al Quirinale per l’acquisto di streptomicina dagli Stati Uniti, distribuendo poi l’antibiotico ai Consorzi provinciali e ai giovani affetti da tubercolosi.
Giovanni Gronchi, vedovo dal 1925, contrasse nuove nozze nel 1941 con Carla Bissatini, quano lui aveva 54 anni e lei 29, dal matrimonio nacquero due figli Maria Cecilia e Mario.
La famiglia continuò a risiedere in Via Carlo Fea, nel quartiere Nomentano, anche durante la presidenza.
Gronchi fu il primo Presidete a recarsi all’estero accompagnato dalla moglie. Nel viaggio in Unione Sovietica, portò con sè il figlio Mario, mentre in quello in Argentina la figlia Maria Cecilia.
Carla Bissatini si distinse per l’ impegno nelle opere di beneficenza. Quasi quotidianamente, si recava presso la Sede Centrale della Croce Rossa, organizzando eventi di solidarietà e pranzi destinati ai più bisognosi. La Casa dello studente a Roma ospitò spesso iniziative promosse dalla moglie del Presidente.
Laura Carta Caprino e Antonio Segni, originari di Sassari, si sposarono nel 1921, le famiglie erano legate da antica amicizia.
Laura, quarta di cinque figlie, dovette aspettare la fine della prima guerra mondiale e l’ingresso di Segni nel mondo accademico prima di celebrare le nozze.
Dopo l’elezione a Capo dello Stato, la coppia si trasferì al Quirinale, occupando l’alloggio che aveva ospitato la famiglia Einaudi.
La signora Laura aveva costantemente seguito la carriera politica del marito, fino a quel tragico 7 agosto 1964, quando durante un incontro con Giuseppe Saragat e Aldo Moro, Presidente del Consiglio, Antonio Segni fu colpito da un ictus celebrale.
Il 6 dicembre1964, con le dimissioni del Presidente e la conseguente partenza dal Palazzo, Laura Segni scrisse a Cesare Merzagora, il Presidente supplente. Nella lettera esprimeva gratitudine a nome della famiglia per la vicinanza e l’amicizia dimostrate durante la malattia del marito. E’ stata la prima volta che la moglie di un Presidente è apparsa ufficialmente in un documento.
Durante la breve presidenza di Antonio Segni, i tre figli, Celestino, Giuseppe e Mario non si occuparono delle vicende del Quirinale. Solo Celestino intrattenne rapporti con alcuni parlamentari durante la malattia del padre, manifestando un coinvogimento più diretto in quei delicati momenti.
Celestino, insieme al Segretario generale Paolo Strano, fu presente il 6 dicembre 1964 alla firma delle dimissioni del Presidente.
Il figlio Mario, noto come Mariotto, sposò la figlia dell’ambasciatore dell’Uruguay nella chiesetta della Tenuta di Castelporziano.
Giuseppe Saragat, fu il primo vedovo ad arrivare al Quirinale, dopo la scomparsa della moglie Giuseppina Bollani nel 1961.
Affrontò il ruolo presidenziale con il sostegno della figlia Ernestina, affettuosamente chiamata Tina, sposata con il dentista Gianni Santacatterina e madre due figli, Augusto e Giuseppina, nel 1966 nacque il terzo, Pietro.
Dopo un anno passato al Quirinale, la famiglia Saragat decise di traferirsi nella Tenuta di Casteporziano, stabilendosi nella Villa delle Ginestre.
Saragat, al termine degli impegni ufficiali , preferiva rientrare ogni sera a Castelporziano.
Un collaboratore raccontava che il Presidente, tra il serio e il faceto, al Quirinale diceva ” Qui avrei paura di vedere i Papi apparirmi la notte”.
La signora Ernestina cercò di preservare la privacy e la sfera familiare. Con la figura slanciata, il portamento aristocratico e la competenza nelle lingue, si pose in modo sempre impeccabile al fianco del Presidente. Il titolo di “prima figlia della Repubblica” le venne attribuito frequentemente, segnando un cambio di passo rispetto al passato.
Nel luglio del 1946, Vittoria Michitto sposò Giovanni Leone, con le fedi donate da Enrico De Nicola, anche se quest’ultimo non partecipò alla cerimonia. Il viaggio di nozze fu interrotto quando Leone fu chiamato a far parte della Commissione dei 75, incaricata della redazione della Costituzione italiana.
L’arrivo della famiglia Leone al Quirinale portò una ventata di novità, inaugurando una fase in cui un Presidente condivideva il Palazzo con una vera e propria famiglia. Questo cambiamento comportò una serie di lavori di ristrutturazione negli appartamenti presidenziali, con modifiche agli spazi del secondo piano della Palazzina.
La signora Leone, giunta al Quirinale a 43 anni, aveva già dovuto affrontare personali difficoltà, come la perdita del secondo figlio, Giulio, a soli 4 anni a causa della difterite. Il primogenito Mauro, affetto da una forma di poliomelite, a lungo preoccupò la coppia presidenziale. La famiglia si completava con gli altri figli: Paolo diciassettenne al momento dell’elezione del padre, e il più giovane Giancarlo.
Quest’ultimo, giunto al Quirinale a 15 anni, ricorda di aver pedalato in bicicletta nei giardini del Papa e del re durante l’adolescenza.
La famiglia aveva vissuto a Montecitorio quando il padre era Presidente della Camera, e il piccolo Giancarlo amava giocare in Transatlantico nei tranquilli giorni domenicali.
Carla Voltolina, compagna di vita di Sandro Pertini, era più giovane di 25 anni rispetto al Presidente.
Il loro incontro avvenne a Torino, dove lei fu staffetta partigiana delle brigate Matteotti; si sposarono nel giugno 1946, proprio mentre Pertini veniva eletto all’Assemblea Costituente.
In qualità di Presidente della Repubblica, comunicò di non contare sulla moglie per ricevimenti e cerimonie, perchè lei desiderava proseguire la sua attività.
Laureata in psicologia, Carla si dedicò con impegno ai centri d’igiene mentale e al recupero dei tossicodipendenti, adottando il cognome del marito solo dopo la sua morte.
Le presenze accanto al Presidente furono limitate , come nel viaggio in Cina durante il quale partecipò poco agli eventi ufficiali.
Dopo l’elezione, Sandro Pertini e la moglie continuarono a vivere vicino Fontana di Trevi, in via della Stamperia.
Nel 1996 nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale “Sette”, la signora Carla spiegò la sua scelta dicendo : “Sono rimasta lontana dai riflettori per due ragioni, perchè la nostra non è una Repubblica presidenziale e perciò è bene che le mogli dei Presidenti non salgano alla ribalta.E poi perchè io non sono fatta per apparire. La mondanità mi atterisce”.
Giuseppa Sigurani, la moglie sassarese di Francesco Cossiga, ha mantenuto un profilo assolutamente riservato, senza mai entrare al Quirinale. Le informazioni su di lei sono scarse, e non esistono immagini ufficiali.
Cossiga conobbe Giuseppa a Trieste nel 1955, durante un congresso degli universitari cattolici, lei frequentava la facoltà di Farmacia.
Si fidanzarono nel 1956 e nel 1960 si sposarono. Dalla loro unione nacquero i figli Anna Maria e Giuseppe, i quali durante la permanenza del padre al Quirinale, trascorsero prevalentemente il loro tempo all’estero.
Il mandato presidenziale di Cossiga è stato contraddistinto dall’assenza di qualsiasi riferimento alla sua famiglia nel contesto istituzionale.
Marianna Scalfaro, affettuosamente chiamata la “Signorina”, è stata un autentico punto di riferimento per il Presidente.
Inizialmente chiamata Gianna Rosa, il cambio di nome riflette una pagina familiare dolorosa, legata alla perdita della madre.
Oscar Luigi Scalfaro e Mariannuzza Inzitari si sposarono nel 1943, e nel novembre del 1944 nacque la figlia Gianna Rosa.
Purtroppo, la moglie del futuro Presidente non sopravvisse alle complicazioni del parto, perdendo la vita pochi giorni dopo la nascita della figlia.
Il nome fu cambiato su richiesta del marito, un gesto significativo per onorare e preservare la memoria della moglie scomparsa. Marianna mantenne sempre un legame profondo con il padre, diventando in una sorta di “Consigliere aggiunto” del Presidente.
La Signorina, con scrupolosa attenzione, coglieva ogni aspetto della vita a Palazzo. Il suo impegno si estese alla ristrutturazione di alcune sale del Quirinale, apportando un contribuendo significativo al progetto curato da Gae Aulenti nel 1997.
L’influenza di Marianna si fece sentire anche nelle cucine e nei laboratori degli Arazzi, dove apportò notevoli modifiche, lasciando un segno tangibile nella quotidianità del Quirinale.
Padre e figlia scelsero di abitare principalmente nella loro residenza privata a Via Serafini, al Forte Bravetta, a oltre mezz’ora di auto dal Quirinale.
Il suo ruolo di figlia del Presidente assunse una dignità quasi istituzionale, rendendo Marianna una figura centrale nella storia del settennato di Oscar Luigi Scalfaro.
Franca Pilla e il Presidente Carlo Azeglio Ciampi si sposarono nel 1946 a Bologna, dopo essersi conosciuti a Pisa. Fu proprio la moglie a spingere il marito a partecipare a un concorso indetto dalla Banca d’Italia.
Nata a Reggio Emilia, Franca Pilla proviene da una famiglia con radici molisane.
Ricorda il marito come “bello e timido” molto corteggiato dalle donne. Il loro incontro avvenne durante un tè danzante domenicale a casa di amici.
La coppia ha avuto due figli, Gabriella e Claudio.
Franca Ciampi ha affiancato il Presidente in ogni impegno, nazionale e internazionale, contribuendo significativamente a consolidare la figura presidenziale.
La signora è rimasta impressa nell’immaginario collettivo per alcune prese di posizioni fuori dal protocollo, come quando sconsigliò di guardare la televisione, definendola “deficiente”, e criticò i vertici Rai durante una visita di stato in Argentina, episodio riportato da Massimo Franco sul settimanale “Panorama”.
Una dicharazione controversa a Napoli il 3 gennaio 2006, “Al sud sono più intelligenti”, suscitò polemiche, ma l’Ufficio Stampa del Quirinale precisò che la signora si riferiva all’affetto particolare della gente di Napoli nei confronti del Presidente e della moglie, senza alcuna connotazione razzista.
Durante una visita in Vaticano, nel salutare Giovanni Paolo II, Franca si rivolse al Pontefice dicendo: “Santità non si strapazzi”.
Il Presidente Ciampi, nel descrivere il segreto della loro unione, affermava “non ci siamo mai addormentati in discordia, mai un giorno, mai una volta”.
Clio Bittoni, originaria di Chiaravale, provincia di Ancona, sposa Giorgio Napolitano nel 1959 e dal loro matrimonio nascono Giovanni e Giulio. Esperta di diritto del lavoro, ha esercitato l’attività professione di avvocato presso l’ufficio legislativo della Lega delle cooperative.
Il suo nome è legato al periodo in cui i genitori erano confinati politici sull’isola di Ponza e all’amicizia con un greco che aveva una figlia di nome Clio.
Dopo l’elezione di Napolitano, la coppia lascia l’amata abitazione di Via dei Serpenti per trasferirsi al Quirinale, occupando un appartamento nel palazzo della Panetteria di via Dataria, dopo essere stati anche in quello storico della Palazzina del Fuga.
Una certa aneddotica ha raccontato di difficoltà della signora Clio nell’adattarsi alle consuetudini del Quirinale, dove confessava di sentirsi in qualche modo prigioniera.
Il desiderio di autonomia negli spostamenti le riservò qualche imprevisto, come l’incidente del 2007, quando, rientrando a piedi al Quirinale, fu investita sulle strisce da una Panda. Ricoverata e operata all’ospedale militare del Celio, la convalescenza e la riabilizazione seguenti furono lunghe e faticose.
Sempre impegnata e attiva, accompagnò spesso il Presidente nei viaggi e negli altri impegni istituzionali.
Tra le abitudini che la coppia cercò di conservare durante i quasi nove anni di presidenza l’andare al cinema e l’assistere ai concerti rappresentarono una costante.
Laura Mattarella, figlia di Sergio Mattarella e di Marisa Chiazzese, scomparsa nel 2012, è sposata e madre di tre figli.
Nel 2015, ha interrotto la sua professione di avvocato per assumere le responsabilità della First lady, affiancando il Presidente. Sebbene le sue dichiarazioni siano rare, durante una visita in Camerun, al settimanale “Chi”, ha parlato dell’impegno umanitario e della necessità di avere sensibilità sociale.
Attivamente coinvolta in progetti per la tutela della salute delle donne, lo scorso il 14 febbraio è inervenuta nella Sala della Regina di Montecitorio, durante la cerimonia dedicata agli Ambasciatori in rosa di Komen Italia, organizzazione di supporto ai progetti per la prevenzione e la cura del cancro. Nel suo intervento, ha evidenziato l’importanza di perseverare nella lotta contro i tumori e sottolineato l’essenziale ruolo del sostegno a ricercatori e medici.
Il solido legame con il Presidente si manifesta attraverso la sua costante presenza, accompagnandolo nei viaggi e partecipando alle cerimone più significative.
La signora Laura ha dichiarato di amare trascorrere del tempo con il padre, sperando di essergli utile: “Siamo sempre stati molto uniti. Prima di essere eletto Presidente, cenava a casa nostra tutte le sere. Confesso che le mie figlie temevano che il nuovo incarico lo allontananasse dalla famiglia. Invece, nonostante i suoi impegni lo portino doverosamente in giro, rimane un nonno affettuosissimo”. Parole che riflettono un prezioso equilibrio tra impegno istituzionale e la consapevolezza dell’importanza dell’unità familiare.