Non meraviglia più di tanto la polemica per il rimaneggiamento del Canto degli Italiani da parte degli insegnanti di un istituto scolastico del Comune di Merate, in provincia di Lecco:” Siam pronti alla vita” rispetto alla versione originale “Siam pronti alla morte”. Un testo modificato da far intonare agli alunni nella mattinata di mercoledì 24 aprile, in occasione della cerimonia per il 79esimo anniversario della liberazione. Sull’argomento è scesa in campo anche la Fondazione insigniti OMRI, ricordando che Costituzione, Inno degli Italiani e Tricolore simboleggiano la Repubblica Italiana e i principi più nobili del nostro Paese.
La polemica sulla versione rimaneggiata de Il Canto degli Italiani conferma la centralità simbolica del nostro Inno nazionale, che dopo 177 anni mantiene ancora intatta la sua straordinaria forza evocativa.
Sull’argomento è scesa in campo anche la Fondazione insigniti OMRI con una campagna mirata anche per il riconoscimento della dignità costituzionale all’Inno di Mameli chiedendo che sia affiancato al Tricolore in una nuova redazione dell’articolo 12 della Costituzione.
“L’Inno nazionale e il Tricolore – ha detto il prefetto Tagliente, residente della Fondazione – sono i simboli dell’Italia repubblicana unita in cui si salda l’identificazione tra collettività nazionale e lo Stato. Sono i simboli della nazione, del popolo italiano e delle libertà conquistate che contribuiscono a consolidare il senso di appartenenza e la coesione nazionale. Incarnano il senso di patriottismo e l’unità del popolo italiano che hanno accompagnato il cammino e le battaglie del nostro Paese nei momenti luminosi e in quelli bui”.
“Agli inizi di aprile – spiega ha aggiunto i prefetto Tagliente – ho inviato una lettera ai Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera, chiedendo loro di farsi parte attiva nell’iniziativa e ricevendo già alcune risposte che lasciano ben sperare. L’Inno nazionale e il Tricolore – ha proseguito Tagliente – sono i simboli più pregnanti dell’Italia repubblicana, i simboli in cui si salda l’identificazione tra la collettività nazionale e lo Stato. Sono i simboli delle libertà conquistate, che hanno accompagnato il cammino del nostro Paese dall’Unità sino al suo approdo nel consesso delle libere Nazioni”. “La collocazione del Canto degli Italiani tra i principi fondamentali – ha concluso Tagliente – consentirebbe di assimilarlo agli altri pilastri enunciati nella Costituzione e, ci auguriamo, a farlo conoscere e a restituirlo alla sua bellezza originaria che, purtroppo, è stata alterata nel tempo conferendogli un andamento ingessato e militaresco distante anni luce dalla partitura di Michele Novaro”.
L’incardinamento dell’Inno nella Costituzione, inoltre, lo sottrarrebbe alla legge ordinaria e alle velleità di eventuali maggioranze parlamentari oltre che ad interpretazioni soggettive. L’Inno di Mameli tra i principi fondamentali della Costituzione, inoltre consentirebbe di ritenerlo parte integrante dell’assetto costituzionale normativo positivo e organizzativo enunciato dalla Parte II della Costituzione tanto a valere anche come vincolo all’agire per la sua intangibilità da parte delle istituzioni stesse e degli altri soggetti dell’ordinamento incaricati di funzioni pubbliche.