Nell’anniversario della strage di Capaci, la Questura di Verona e la Fondazione Insigniti OMRI hanno promosso un incontro con giovani del territorio per parlare insieme dei problemi dell’adolescenza e aiutare i ragazzi a superare la povertà educativa scegliendo la strada giusta.
Negli ultimi tempi, molti giovani stanno vivendo un malessere senza precedenti, dal disturbo d’ansia a quello depressivo, dalla carenza educativa all’abbandono scolastico, dagli episodi di prevaricazione, bullismo e violenza al fenomeno bande giovanili con di atti di violenza, aggressioni, rissa e rapine anche a mano armata.
Si tratta di uno scenario che potrebbe compromettere la loro crescita individuale e sociale, con ripercussioni non solo sul cammino scolastico ma anche sulla loro stessa vita da adulti, mettendo in crisi le famiglie, le istituzioni e le agenzie educative.
Sono temi che vanno affrontati senza giri di parole. Per troppo tempo quelle che vengono definite agenzie educative, se non si sono girate dall’altra parte, hanno sottovalutato gravemente quello che stava accadendo in alcune famiglie e, rispetto a diversi casi, è stato adottato un approccio sbagliato al problema. È sotto gli occhi di tutti, ad esempio, l’affievolimento dell’esercizio delle prerogative genitoriali nell’interesse dei figli e il crollo di autorevolezza della scuola.
Va detto però che siamo ancora in tempo. Qual è la strada da seguire? In che direzione possiamo muoverci? Sicuramente, uno dei percorsi è quello della promozione di gesti semplici, perché i valori sono nelle piccole cose, nei tanti modelli positivi che non fanno notizia. È di pochi giorni fa la vicenda dei due bambini di Martina Franca, Giuseppe Francesco e Orlando, che hanno trovato una cospicua somma di danaro senza portafogli persa da uno sconosciuto e l’hanno consegnata alla Polizia municipale. Un bellissimo esempio virtuoso di “Alfieri della Repubblica” in pectore, che deve essere raccontato anche per promuovere un effetto emulativo di onestà e rispetto.
È questo lo spirito con cui oggi, la Questura di Verona e la Fondazione Insigniti OMRI hanno promosso un incontro con giovani del territorio per parlare insieme dei problemi dell’adolescenza e aiutare i ragazzi a superare la povertà educativa scegliendo la strada giusta.
L’occasione è stata la celebrazione del 32° anniversario della strage di Capaci, che il 23 maggio 1992 costò la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Il nostro Paese è ricco di cittadini virtuosi, piccoli e grandi. E fra i grandi, tanti sono coloro che hanno deciso di mettere a disposizione delle comunità esperienza, passione e competenze. Un esempio. Quando è stata costituita la Fondazione Insigniti OMRI, molti decorati dell’onorificenza hanno chiesto di entrarvi con un entusiasmo che mi ha fatto riflettere, perché in parecchi casi è stato sufficiente leggere il motto della Fondazione, “Al servizio del Paese”, per dire «Io ci sono». Chi serve o ha servito il Paese con convinzione sente attaccati sotto la pelle questi valori, che si manifestano alla minima sollecitazione e si traducono in messaggi positivi importanti anche per il benessere di tanti giovani che chiedono di essere aiutati.
La Fondazione Insigniti OMRI vuole essere, anzitutto, un’officina di umanità e di cultura, una fonte di crescita civile e uno strumento di tutela dei principi della nostra Carta costituzionale, un foro di dialogo e confronto, un serbatoio di competenze specialistiche messe a disposizione della gente per iniziative culturali, sociali e formative. Ognuno dà il suo. Tutti accomunati dal desiderio di tradurre il riconoscimento onorifico loro conferito dalla Repubblica in un’attività di servizio volontaria in favore della collettività nazionale.