È stata presentata a Roma, nella Sala delle Conferenze del Ministero dell’Interno e alla presenza del Ministro Piantedosi, la Fondazione tra gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, costituita con il contributo di 170 decorati del massimo istituto cavalleresco nazionale.
In apertura dei lavori, un brillante intervento dello storico Michele D’Andrea ha spiegato la corretta esecuzione de “Il Canto degli Italiani”, liberandolo dai tanti errori di esecuzione che da mezzo secolo ne hanno banalizzato il carattere e l’originalità conferitigli da musicista Michele Novaro.
Al termine dell’inno, intonato da tutta la sala, ha preso la parola il Presidente Francesco Tagliente, che ha ricordato, anzitutto, il grande entusiasmo alla notizia della costituzione della Fondazione e la massiccia adesione alla nuova rappresentanza di insigniti.
“Noi siamo ricchi di risorse e di valori – ha detto – e coloro che hanno servito il Paese hanno i valori attaccati sotto la pelle che si tirano fuori alla minima sollecitazione. È stato sufficiente mostrare il motto della Fondazione, “Al servizio del Paese”, per far dire a tanti: “Io ci sono’”. “Quell’energia è sprigionata da un semplice messaggio – ha proseguito Tagliente – e ciò dimostra che i messaggi positivi servono e funzionano, perché sono moltissime le persone in possesso di esperienza, professionalità e risorse che vogliono continuare, attraverso questo cammino, a servire il Paese. Ognuno dà il suo. È una fondazione di partecipazione di culture”.
“Attraverso la sua funzione segnalatrice di esempi positivi, il sistema onorifico dello Stato va interpretato come strumento per tessere un dialogo con la società civile in grado di spingere all’accumulazione di capitale sociale e diffondere modelli di impegno civile.” È questo il punto di partenza della riflessione svolta da Paolo Peluffo, artefice della campagna di rivalutazione dei simboli nazionali, dei luoghi della memoria e delle benemerenze voluta dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi fra il 1999 e il 2006.
“In quel settennato – come ha ricordato – fu realizzato un grande progetto di rilancio dell’immagine delle decorazioni repubblicane che passò attraverso una radicale modifica delle insegne dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e dell’Ordine della Stella d’Italia, con un coinvolgimento dei prefetti e degli ambasciatori all’interno di cerimonie di conferimento più solenni e partecipate.”
Il Consigliere Peluffo ha anche sottolineato l’apporto della Fondazione quale strumento di sensibilizzazione nei diversi settori di una società che deve far fronte, oltre ai contraccolpi della grande crisi economica del 2008-2009, ai temi della denatalità italiana e della sempre maggiore necessità di investire nell’istruzione.
“Dove sono e dove si collocano i diritti umani? Nelle piccole cose. Ciò accomuna i pensieri liberaldemocratico, quello riformista e i manifesti della sinistra, anche la più antagonista in una visione straordinariamente condivisa dall’intero paesaggio politico.”
Così ha esordito il Vice Direttore Generale Vicario della Pubblica Sicurezza Vittorio Rizzi, che ha poi ricordato la funzione che la Fondazione è chiamata a svolgere: “Qual è la strada da seguire? Sicuramente costruire progetti, che concorrano a rafforzare una cultura del rispetto, del lavoro, della promozione dei diritti umani seguendo il dettato della nostra carta costituzionale, delle nostre coscienze, della nostra fede, della storia e dell’amore per la nostra patria. Noi siamo tutti insigniti – ha continuato – e il privilegio che ci è stato concesso dalla Repubblica deve tradursi in un consapevole impegno nella costruzione dei valori. La strada ci è stata indicata: dobbiamo farlo attraverso gesti semplici, perché i valori sono nelle piccole cose”, ha concluso Rizzi.
L’Ingegnere Paolo Ghezzi, responsabile del Master in Gestione e Controllo dell’Ambiente presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha illustrato, nel suo intervento “Ambiente e democrazia”, i diversi aspetti delle diverse problematiche ambientali che il pianeta è chiamato ad affrontare. “Le generazioni attuali e future – ha avvertito – sperimenteranno un mondo più caldo e la portata di tale aumento è direttamente legato alle scelte attuate in questo decennio.” Quanto alla crescita della popolazione mondiale, il dato su cui riflettere è che nel 1970 la terra aveva la metà degli abitanti attuali, mentre la diminuzione dei tassi di natalità fa prevedere un ulteriore raddoppio della popolazione non prima di 200 anni”. Lo smaltimento dei rifiuti, i prerequisiti per una buona salute (si stima che il 24% dei decessi a livello globale siano dovuti a carenze di acqua, servizi igienici, igiene e luoghi di lavoro sani), l’incidenza dell’inquinamento atmosferico ambientale e domestico e i prelievi idrici costituiscono spesso ostacoli insormontabili a un equilibrato sviluppo e al benessere di vaste aree del mondo, con un’inaccettabile privazione della felicità per le generazioni più giovani.
“La nascita della Fondazione – ha sottolineato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel suo intervento di chiusura – frutto dell’intelligenza di chi l’ha promossa, è particolarmente apprezzabile. Ne condividiamo i principi e ne faremo uno strumento di sollecitazione e di collaborazione, proprio perché diretta a unire personalità diverse, ma accomunate dal riconoscimento della più prestigiosa onorificenza nazionale, che si sono rese disponibili a offrire il proprio qualificato contributo al servizio della società anche attraverso una forte testimonianza civile. Credo che la Fondazione – ha proseguito il Ministro Piantedosi – potrà rappresentare un foro di confronto, riflessione e approfondimento sulle tematiche più attuali e anche sulle sfide di fronte alle quali la società ci pone, assumendo una posizione di stimolo anche per le istituzioni.”
Il Ministro ha poi trovato particolarmente apprezzabile che alcune di queste attività siano già in cantiere, in particolare quelle rivolte a contrastare il disagio giovanile e le iniziative in favore della sostenibilità ambientale.
“Ritengo molto importante – ha aggiunto – l’impegno che la Fondazione mette in campo nella valorizzazione e nella promozione della conoscenza dei simboli e degli emblemi della nostra nazione, perché attraverso di essi “si diffonde quello straordinario patrimonio storico, culturale, identitario e di valori che caratterizza e deve caratterizzare il nostro Paese, alimentando al tempo stesso il senso di unità e lo spirito di appartenenza dei cittadini a un’unica comunità”.
“Questo sentimento identitario – ha concluso il Ministro Piantedosi – è forte ed è radicato nell’intero Paese, come percepisco in ogni impegno istituzionale che svolgo sul territorio nazionale”.