ROMA, 02 LUG – “La storia va sempre contestualizzata, altrimenti non la capiremo mai”.
Così Michele D’Andrea, presidente del Comitato consultivo della Fondazione Insigniti Omri (Ordine al merito della Repubblica italiana) nel suo intervento, alla Domus mazziniana di Pisa, ricordando – in una nota della Fondazione – che “Mazzini fu un buon suonatore di chitarra e un profondo conoscitore della musica, cui dedicò un trattato filosofico e di cui riconobbe il ruolo rilevante ai fini del risveglio delle coscienze.
Di qui la committenza a Goffredo Mameli e Giuseppe Verdi di un canto, ‘Suona la tromba’, una sorta di Marsigliese italiana che, seppure non ebbe successo, testimonia come Mazzini aveva ben chiara la funzione trascinatrice di un inno.
Da qui ha preso avvio un’interessante passeggiata fra gli inni nazionali e le musiche patriottiche che ha mostrato come tutti i canti del nostro Risorgimento, compreso Il Canto degli Italiani, fossero calibrati sul registro musicale del Teatro d’Opera”. (ANSA).
Così Michele D’Andrea, presidente del Comitato consultivo della Fondazione Insigniti Omri (Ordine al merito della Repubblica italiana) nel suo intervento, alla Domus mazziniana di Pisa, ricordando – in una nota della Fondazione – che “Mazzini fu un buon suonatore di chitarra e un profondo conoscitore della musica, cui dedicò un trattato filosofico e di cui riconobbe il ruolo rilevante ai fini del risveglio delle coscienze.
Di qui la committenza a Goffredo Mameli e Giuseppe Verdi di un canto, ‘Suona la tromba’, una sorta di Marsigliese italiana che, seppure non ebbe successo, testimonia come Mazzini aveva ben chiara la funzione trascinatrice di un inno.
Da qui ha preso avvio un’interessante passeggiata fra gli inni nazionali e le musiche patriottiche che ha mostrato come tutti i canti del nostro Risorgimento, compreso Il Canto degli Italiani, fossero calibrati sul registro musicale del Teatro d’Opera”. (ANSA).