Roma, Via Tasso. Museo storico della liberazione.
“Mi chiamo Giovanna Ferri Vulpiani.
Ho 68 anni e ho passato tutta la mia vita professionale all’interno del Quirinale a servizio della più alta carica della Repubblica.
Provengo da una famiglia cattolica, liberale, partigiana.
Dopo l ‘8 settembre 1943, mio padre Licinio, a quel tempo giovane studente in medicina e i suoi fratelli Giuseppe, già affermato giurista e professore universitario e Antonio, ingegnere, scienziato, ufficiale dell’aeronautica lasciarono le loro famiglie e le loro occupazioni per aderire alla lotta partigiana. Questa scelta fu dettata dalla necessità di difendere il loro padre Giovanni Battista, un alto magistrato, che rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e dopo che i nazifascisti avevano bruciato come vendetta e ritorsione a questa mancata adesione la storica dimora di famiglia a FIASTRA, un piccolo paese fra i Sibillini delle Marche.
La banda Ferri – così subito denominata- si unì alle brigate partigiane della Regione e combatté su per gli Appennini marchigiani dando un suo fondamentale contributo alla Resistenza contro l’occupazione nazifascista. Mio padre, il 25 aprile del 1945, insieme ai suoi fratelli, una volta liberata l’Italia, ritornò alla sua vita quotidiana e alle sue consuete occupazioni senza clamori, senza fasti, senza pretese alcune.
Mio padre cattolico, liberale e partigiano ( con tanto di titolo di riconoscimento) insegnò a me e ai miei fratelli fin da piccoli a cantare “ BELLA CIAO” – una sorta di inno di tutti i partigiani e non soltanto di alcuni di essi- che diventò uno dei brani da noi preferiti e sempre intonati nei nostri viaggi in auto con lui.
La storia della mia famiglia è la plateale dimostrazione che:
il 25 aprile è una data di tutti e per tutti. È una data soprattutto di chi in modo silenzioso ha combattuto il nazifascismo senza proclami, senza rivendicazioni di parte, senza distinzioni di sorta.
Il 25 aprile è una data di tutti e per tutti in quanto simbolo di democrazia, di solidarietà e coesione sociale.
Il 25 aprile è una data di tutti e per tutti perché è a fondamento dei valori più alti della nostra Costituzione repubblicana e dei diritti inviolabili in essa sanciti.
Nessuno può farsi unico protagonista delle conquiste di libertà ottenute con la Resistenza.
Nessuno può arrogarsi il diritto di escludere chi a queste conquiste – sotto qualunque bandiera o qualsiasi insegna – ha partecipato con un altissimo tributo in termini di vite, di sacrifici, di sofferenze.
Nessuno può trincerarsi dietro la ipocrita proclamazione dei principi democratici con comportamenti che rappresentano la negazione dei principi stessi.
Evviva il 25 aprile! Evviva chi ha il coraggio vero di annoverarlo tra le pietre miliari della convivenza pacifica e civile del nostro Paese.