Il prossimo 24 luglio, al Quirinale, si svolgerà la tradizionale cerimonia di consegna del ventaglio al Presidente della Repubblica da parte dell’Associazione stampa parlamentare. Analoghe iniziative sono previste anche a Palazzo Madama e a Montecitorio, con i Presidenti di Senato e Camera. La storia di questo evento, ricca di curiosità, ha inizio nel lontano luglio del 1893, durante una lunga discussione sulla legge di riordino delle banche di emissione, quando alcuni giornalisti, presenti in tribuna stampa, ricorsero all’uso di ventagli per contrastare il caldo estivo.
Giuseppe Zanardelli, all’epoca Presidente della Camera, notò la novità e, con tono scherzoso, osservò: “Almeno voi avete un ventaglio che vedo costantemente agitare”. Questo commento spiritoso del Presidente divertì i giornalisti, che decisero di regalargli “un modesto ventaglietto” di carta. Tutti i corrispondenti e i rappresentanti dei giornali apposero la propria firma sul ventaglio, che sarebbe diventato il primo ad essere consegnato al Presidente della Camera.
A quel tempo, una trentina di giornalisti selezionati con criteri rigorosi erano accreditati per seguire da vicino i lavori parlamentari. La tribuna stampa rappresentava una postazione esclusiva e di prestigio, frequentata da tutti i direttori dei giornali. Era considerata un luogo privilegiato per affinare le competenze nel campo del giornalismo politico. La cerimonia della consegna del ventaglio, originariamente limitata alla Camera dei Deputati, si è successivamente estesa al Senato e al Presidente della Repubblica. Quest’ultimo significativo passaggio, come vedremo, è stato determinato da un evento inaspettato accaduto nel 1992.
Tuttavia, per comprendere appieno il significato della cerimonia, è necessario fare un passo indietro nella storia. All’epoca del trasferimento della capitale da Firenze a Roma, si pose il problema di individuare il luogo di lavoro dei deputati. Dopo lunghe discussioni, si decise di destinare Palazzo Montecitorio a sede della Camera dei Deputati. In passato, l’edificio aveva ospitato la Curia Pontificia, l’organo attraverso il quale il Pontefice provvedeva al governo della Chiesa.
La struttura originaria dell’edificio di Montecitorio, capolavoro ideato dal celebre architetto Gian Lorenzo Bernini, non era stata concepita per ospitare un’assemblea parlamentare. In particolare, il cortile interno non era adatto per le riunioni della Camera. Per superare questa difficoltà, fu affidato all’ingegnere Paolo Comotto il compito di progettare e realizzare un’aula provvisoria in ferro e legno proprio all’interno di quel cortile.
La soluzione temporanea, se da un lato permise di ovviare al problema della mancanza di spazio, dall’altro presentò delle criticità legate alle condizioni climatiche. Durante la stagione invernale, i deputati furono autorizzati a sedere in aula indossando guanti, cappotto e cappello per proteggersi dal freddo. Tuttavia, le difficoltà non terminavano qui, poiché anche nel periodo estivo la situazione era altrettanto problematica. L’afa opprimente rendeva l’ambiente all’interno dell’aula quasi insopportabile per i parlamentari.
Di conseguenza, si optò per la demolizione dell’aula Comotto e, nel 1918, l’architetto liberty Ernesto Basile realizzò la struttura conosciuta come il Transatlantico, noto anche come il corridoio “dei passi perduti”, insieme alla nuova Aula dove ancora oggi si svolgono le sedute parlamentari. Nonostante il cambiamento, con l’arrivo dell’estate fu rinnovata la consuetudine di donare un ventaglio al Presidente, un gesto sempre molto apprezzato. Uno dei più celebri regali fu sicuramente quello donato a Giovanni Marcora nel 1919.
Il ventaglio, ispirato alla vittoria in Libia, presentava un tema allegorico particolare: raffigurava un gruppo di parlamentari in parata sulla spiaggia libica, passati in rivista dallo stesso Marcora, vestito da garibaldino e cavalcante un cammello. Nella mano del Presidente era visibile il campanello presidenziale, simbolo del ruolo istituzionale che ricopriva. Durante il periodo della dittatura fascista, l’associazione dei giornalisti parlamentari fu sciolta e la tradizione della consegna del ventaglio fu interrotta.
Con il ritorno alla democrazia e alla libertà di stampa, questa pratica fu ripresa, continuando a rappresentare un segno di collaborazione e dialogo tra giornalisti e rappresentanti delle Istituzioni. Col passare degli anni e con l’aumento del numero di cronisti accreditati per seguire i lavori parlamentari, la consuetudine di apporre le firme sui ventagli donati è stata abbandonata. Le prime edizioni dei ventagli, firmate e decorate con vignette e caricature raffiguranti giornalisti e rappresentanti politici, sono oggi considerate oggetti di valore storico, ricercati sul mercato antiquario per la loro importanza simbolica.
A partire dal 2006, la realizzazione dei ventagli avviene basandosi su bozzetti ideati dagli studenti delle Accademie di Belle Arti italiane, successivamente selezionati dall’Associazione stampa parlamentare. Come accennato, la tradizione della consegna del ventaglio al Presidente della Repubblica ha avuto inizio con Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della Camera e successivamente Capo dello Stato, in un contesto politico e storico particolarmente delicato.
Scalfaro fu eletto Presidente della Camera nell’aprile del 1992 e solamente un mese dopo salì al Quirinale come Presidente della Repubblica, in una situazione di emergenza democratica causata dalla strage di Capaci, che causò la morte del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie e dei tre uomini della scorta. Nonostante il breve periodo trascorso come Presidente della Camera, a Scalfaro non venne negato il gesto tradizionale della consegna del ventaglio da parte della stampa parlamentare.
I successivi inquilini del Quirinale hanno mantenuto intatta la consuetudine, ricevendo il ventaglio in occasione delle cerimonie che segnano la chiusura estiva dei lavori parlamentari. Giorgio Napolitano, come Scalfaro, ha ricevuto questo simbolico dono, sia durante il suo mandato alla Presidenza della Camera, sia durante il periodo presidenziale.
Questi incontri non sono solo un’occasione per scambiarsi gli auguri per le vacanze estive, ma rappresentano anche un momento di analisi e riflessione sui temi principali dell’agenda politica, sociale ed economica del Paese, offrendo l’opportunità di fare un bilancio dell’anno trascorso e di proiettarsi sulle prospettive future. Sebbene il ventaglio abbia perso la sua funzione pratica, il gesto del dono conserva un valore simbolico importante, rappresentando un segno tangibile di collaborazione tra due attori fondamentali della democrazia: la stampa e le Istituzioni.
(*) Costantino Del Riccio presidente del Comitato Consultivo per la Comunicazione istituzionale della Fondazione Insigniti OMRI