Note a margine dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
La legge istitutiva dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e lo Statuto[1].
Cenni storici: dall’Assemblea costituente all’entrata in vigore della legge 178/51. Linee guida e contenuto.
La legge 3 marzo 1951 n. 178[2], istitutiva dell’OMRI, e la sua normativa di attuazione, a cominciare dallo Statuto, nascono con l’avvento della Repubblica per adeguare il nuovo ordinamento cavalleresco – dopo la cessazione del sistema premiale monarchico – ai principi della Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948. L’ultimo comma dell’articolo 87, che attribuisce al Presidente della Repubblica il potere di conferire onorificenze, è il frutto di un emendamento al progetto di legge presentato dalla Commissione per la Costituzione, approvato dall’Assemblea Costituente senza particolari discussioni come se si considerasse il predetto potere connaturato alla figura del Presidente della Repubblica in qualità di Capo dello Stato e di rappresentante dell’Unità nazionale[3].
La legge in questione, insieme con il suo Statuto, si fonda su quattro linee guida:
- l’istituzione dell’OMRI, la struttura amministrativa dell’Ordine, le modalità di concessione e la sua regolamentazione (dagli artt. 1 al 6 e l’art. 10);
- la disciplina del sistema autorizzativo e l’uso delle onorificenze cavalleresche (art. 7);
- i conferimenti delle onorificenze cavalleresche e il loro uso (art. 8);
- l’abrogazione e il bando del precedente sistema premiale e onorifico nazionale (art. 9)[4].
La legge istitutiva dell’OMRI pose fine al quinquennio di sostanziale anarchia onorifica – con il pullulare dei cosiddetti ordini indipendenti che, in mancanza di una legislazione in materia, avevano conferito circa 300.000 decorazioni senza alcun presupposto giuridico – riconducendo alla sola Repubblica la potestà concessiva attraverso il riconoscimento del merito e dell’onorevole impegno al servizio del Paese.[5]
L’Ordine al Merito della Repubblica è destinato a cittadini italiani e stranieri che abbiano compiuto 35 anni, per ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
[1]Di seguito le fonti normative intorno all’argomento. Costituzione, art. 87 ultimo comma; L. 3 marzo 1951, n. 178 «Istituzione dell’Ordine “Al merito della Repubblica italiana” e disciplina del conferimento delle onorificenze» e successive modifiche e integrazioni; D.P.R. 13 maggio 1952, n. 458 «Norme per l’attuazione della legge 3 marzo 1951, n. 178»; D.P.R. 31 ottobre 1952 «Approvazione dello Statuto dell’Ordine “Al merito della Repubblica italiana”»; D.P.R. 30 marzo 2001, n. 173 «Regolamento recante modifica dell’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n. 458».
[2] Si riassume l’iter parlamentare della L. 178/1951. I Legislatura, Senato della Repubblica: disegno di legge di iniziativa governativa (AS 412), presentato il 14 maggio 1949, relatore il senatore Fantoni, e approvato dall’Aula con emendamenti il 17 novembre 1950. Trasmesso alla Camera dei Deputati il 20 novembre 1950 (AC 1655), relatore l’onorevole Casalinovo, e assegnato alla I Commissione Affari interni in sede legislativa che lo approva in via definitiva il 14 febbraio 1951. Promulgata dal Presidente Einaudi il 3 marzo 1951, la legge è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 73 del 30 marzo 1951.
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?source=/altre_sezionism/8793/8874/8875/documentotesto.asp&content=/_dati/leg01/lavori/schedela/trovaschedacamera.asp?pdl=1665
[3] Nella seduta pomeridiana del 22 ottobre 1947, con riferimento all’esame degli emendamenti agli articoli del Titolo secondo della Parte seconda del progetto di Costituzione dedicato al Capo dello Stato, l’Assemblea Costituente approvò senza discussione il seguente emendamento presentato dall’onorevole Clerici e accettato dalla Commissione: «Il Presidente della Repubblica conferisce le onorificenze della Repubblica».[4] Cfr. http://www.diritto.it/docs/36041-profili-ed-evoluzione-giuridica-della-legge-178-51-istitutiva-dell-ordine-al-merito-della-repubblica-italiana-, a cura di Carmelo Cataldi.
https://www.nascitacostituzione.it/03p2/02t2/087/index.htm?art087-007.htm&2
[5] Camera dei Deputati, I Legislatura, Commissione Affari interni in sede legislativa, seduta del 9 febbraio 1951. Intervento del relatore Casalinuovo sul ddl. 1655 (istituzione dell’OMRI.): «[…] La ragione fondamentale che ha determinato il Governo alla presentazione del disegno di legge va riposta nella ritenuta opportunità rispondente a criteri di equa considerazione sociale di poter dare un tangibile riconoscimento a coloro che abbiano benemeritato verso la Patria. L’istituzione dell’Ordine non pare possa contrastare con i principi della democrazia; essa invece interpretando e confermando una inveterata tradizione, li convalida e li esalta, poiché il riconoscimento sarà il primo luogo e più largamente indirizzato alla valorizzazione di modeste ma probe esistenze dedicate in silenziosa umiltà ma con sentimento di laborioso sacrificio al servizio del Paese in ogni settore della vita […]. La secolare attività degli ordini cavallereschi, che prima del 2 giugno 1946 poggiava in Italia sull’articolo 78 dello Statuto Albertino, è rimasta sospesa dopo il mutamento delle forme istituzionali dello Stato. Ma già nella più recente legislazione si trovano dei provvedimenti che considerano, sia per necessità della soppressione o della trasformazione dei vecchi ordini, dopo l’instaurazione della Repubblica, sia per le nuove esigenze, la disciplina delle onorificenze.»
La legge istitutiva dell’OMRI. La figura centrale del Presidente della Repubblica. Il ruolo del Presidente del Consiglio dei ministri.
La caratteristica principale della legge 178/1951 e del suo Statuto è di porre al centro dell’intero sistema premiale la figura del Presidente della Repubblica, saldo punto di riferimento per le Istituzioni democratiche e per la società civile nella sua veste di rappresentante dell’Unità nazionale e di garante e custode della Costituzione.
Accanto al Capo dello Stato si colloca il Presidente del Consiglio dei Ministri, al quale compete – fatte salve le onorificenze concesse motu proprio – la proposta degli atti a firma del Presidente della Repubblica. Ciò in ragione del bilanciamento dei poteri stabilito dalla Carta fondamentale fra i due predetti organi costituzionali anche con riferimento al sistema premiale OMRI.
Il Presidente della Repubblica, Capo dell’Ordine, nomina il Cancelliere – responsabile operativo dell’istituto cavalleresco – e i dieci membri del Consiglio, firma i decreti di concessione su proposta del Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dell’Ordine. Tali modalità si applica alla maggior parte degli atti presidenziali, nei quali la proposta governativa è elemento di legittimità ed efficacia dell’atto stesso. Il Presidente della Repubblica conferisce le onorificenze in due date significative per il Paese: il 2 giugno, ricorrenza della Festa della Repubblica, e il 27 dicembre, giorno della promulgazione della Costituzione. Si tratta di giornate che sono parte del nostro patrimonio storico e istituzionale, nelle quali il Capo dello Stato è posto al centro delle celebrazioni per la sua funzione essenziale ed indefettibile a tutela della democrazia e dei suoi principi e valori fondamentali.
L’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, i cui colori sono il verde e il rosso, è articolato in cinque classi: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere. Il Cavaliere di Gran Croce può essere insignito della decorazione di Gran Cordone, generalmente riservata ai Capi di Stato.
Il Presidente della Repubblica, con proprio decreto su proposta del Presidente del Consiglio, determina per ciascuno anno il numero massimo delle onorificenze da assegnare distinte per classi, sulla base delle segnalazioni di ciascun Ministero. Fino al 1999 i conferimenti annui ammontavano a più di 13.000. Il Presidente Ciampi ne impose la riduzione di un terzo, anche al fine di non inflazionare la concessione vanificando così il significato intrinseco dell’onorificenza stessa[6].
Nel 2007, il Presidente Napolitano ridusse i conferimenti al numero massimo di 8.000 unità divise nelle varie classi[7]. Anno dopo anno, questa quota venne riconsiderata: nel 2010 si attestò a 6.000[8]. Nel 2012, la cifra fu ulteriormente decurtata a 5.000[9] e, successivamente nel 2016, a 4.000[10]. Dal 2017, il numero si è stabilizzato in 3.500 onorificenze annue, distribuite nei vari gradi[11]. Il contingente numerico è stato confermato per il 2024 e le onorificenze sono così suddivise: 20 Cavalieri di Gran Croce, 80 Grandi Ufficiali, 300 Commendatori, 500 Ufficiali, 2.600 Cavalieri. L’eventuale residuo numerico di una classe superiore potrà essere impiegato nei gradi inferiori, mantenendo invariato il numero massimo di 3.500 unità[12].
Al Presidente della Repubblica spetta inoltre, con proprio decreto, su proposta motivata del Presidente del Consiglio, la revoca dell’insignito che si renda indegno.
Infine, è il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli Affari esteri, ad autorizzare con proprio decreto i cittadini italiani all’uso nel territorio della Repubblica di onorificenze e distinzioni cavalleresche loro conferite in Ordini non nazionali o da Stati esteri.
Il conferimento motu proprio delle onorificenze dell’OMRI
[6] Ecco il testo del comunicato del Quirinale del 3 marzo 2000: «Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha determinato il numero massimo delle onorificenze che potranno essere conferite nelle ricorrenze della Festa della Repubblica, 2 giugno 2000, e della promulgazione della Costituzione repubblicana, 27 dicembre 2000, in 10.000 unità».
[7] DPR 13 novembre 2006, pubblicato sulla G.U. n. 280 del 1.12.2006.
[8] DPR 27 novembre 2009, pubblicato sulla G.U. n. 10 del 14.1.2010.
[9] DPR 17 novembre 2011, pubblicato sulla G.U. n. 300 del 27.12.2011.
[10] DPR 4 agosto 2016, pubblicato sulla G.U. n. 196 del 23.8.2016.
[11] DPR 13 gennaio 2017, pubblicato sulla G.U. n. 39 del 16.02.2017.
[12] DPR 23 dicembre 2023 n, pubblicato sulla G.U. n. 29 del 5.2.2024.
La legge 178 del 1951, con una formula essenziale e stringata[13], apre la possibilità del conferimento di onorificenze attraverso una procedura diversa da quella generale, attribuendo allo Statuto le modalità per la sua disciplina. E così, per benemerenze di segnalato rilievo e per ragioni di cortesia internazionale, il Presidente della Repubblica può, di sua iniziativa, conferire onorificenze dell’OMRI al di fuori della proposta del Presidente del Consiglio e del parere dell’Ordine[14].
Si tratta delle onorificenze motu proprio, la cui denominazione trova la propria fonte storica nei decreti emanati dai pontefici a partire dal XV secolo e, successivamente, anche dai sovrani. Il predetto conferimento rientra fra gli atti di prerogativa presidenziale, cioè fra quegli atti emanati dal Presidente della Repubblica ove la controfirma del Presidente del Consiglio è solo a garanzia della legittimità dell’atto, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 89 della Costituzione, senza entrare nel merito delle scelte presidenziali.
Le onorificenze motu proprio possono essere conferite in qualsiasi momento dell’anno a persone di età inferiore a 35 anni e in qualunque classe di merito, anche se si tratta del primo conferimento. Inoltre, esse non sono ricomprese in quelle indicate nel DPR di determinazione numerica, sebbene non possono superare annualmente il quindicesimo del numero complessivo delle nomine indicate nel predetto decreto presidenziale.
Il rilancio e la valorizzazione delle onorificenze motu proprio. La Presidenza Ciampi
Il Presidente della Repubblica Ciampi (18 maggio 1999-15 maggio 2006) pose al centro del suo mandato l’impegno nel sostenere i principi e i valori dell’unità e dell’identità nazionale contenuti nella nostra Costituzione repubblicana e nati dal Risorgimento e dalla Resistenza. Collegò a questi principi fondamentali la riscoperta e la valorizzazione di simboli e ritualità della Nazione: il Tricolore, l’inno di Mameli, la reintroduzione della Festa della Repubblica dopo la sua abolizione nel 1977, la riapertura del Vittoriano e molto ancora. Egli, soprattutto, ridiede lustro e prestigio alle onorificenze cavalleresche nazionali, quali segnalatrici del riconoscimento della Repubblica ai cittadini più meritevoli.
Di particolare rilievo è il discorso pronunciato il 5 marzo 2001, in occasione della cerimonia celebrativa del 50° anniversario dell’istituzione dell’OMRI, nel quale il Presidente Ciampi fissò in modo chiaro e inequivocabile le nuove linee guida nella politica dei conferimenti. Di seguito si riportano le parti più significative del suo intervento:
[…] è molto importante che si sappia guardare alla società civile, che si sappia conoscere e individuare il merito laddove si forma, a cominciare dalle Province, dai Comuni e non dal centro. Bisogna dare la giusta attenzione a chi si è prodigato in occasione di gravi calamità naturali, anche senza compiere atti di eroismo – che d’altra parte vengono premiati con le medaglie al valore e al merito civile – ma operando con prontezza, con intelligenza, con impegno […].
[…] Dobbiamo guardare al ruolo che oggi ha assunto nella società il volontariato […].
[…] Dobbiamo segnalare coloro i quali hanno conservato le conoscenze delle tecniche artigiane, delle tradizioni e delle culture locali, delle città, dei paesi, delle regioni d’Italia. Abbiamo il dovere di premiare coloro che – spesso in solitudine – insegnano e diffondono la lingua italiana nel mondo. Dobbiamo dare la giusta attenzione al mondo della scuola, della formazione, della ricerca e dell’Università, a tutti coloro che si occupano ogni giorno della formazione dei nostri giovani […].
[…] È inoltre in via di perfezionamento una semplificazione delle insegne dell’Ordine, eliminando aquile e corone; al centro delle insegne ci sarà l’emblema della Repubblica che ricorda i valori del lavoro, della forza, della tenacia e la stella legata all’Italia fin dall’antichità. La croce dell’Ordine richiama quella del nostro Risorgimento, collegando idealmente la Repubblica ai valori che ispirarono i padri della Patria: unità, libertà […].
In particolare il Presidente Ciampi, nella sua veste di rappresentante dell’Unità nazionale, seppe unire e combinare alcune date rilevanti – il 2 giugno (Festa della Repubblica), il 1° gennaio (entrata in vigore della Costituzione) e il 4 novembre (Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate) – con il conferimento motu proprio di onorificenze per premiare le benemerenze acquisite nell’imprenditoria e nell’innovazione, nella tecnologia, nella cultura, nella ricerca e nella formazione scolastica e universitaria, nell’arte in tutte le sue manifestazioni, nella musica, nella letteratura, nella conservazione delle tradizioni delle regioni e città italiane, nel volontariato e nella solidarietà sociale. Con lui prese avvio la concessione di onorificenze motu proprio in occasione dell’8 marzo, Festa della donna, e del 27 gennaio, Giorno della Memoria, istituito con la legge 211 del 2000, proprio nel corso del suo mandato presidenziale.
Lo strumento del motu proprio, dunque, rafforzò e valorizzò il collegamento tra onorificenza e merito e il rapporto tra la prima Istituzione della Repubblica e la società civile, ponendone in evidenza le sue eccellenze.
[13] Articolo 4, secondo comma della legge 178/1951: «Particolari forme di conferimento possono essere stabilite nello Statuto previsto dall’art. 6».
[14] Articolo 2 dello Statuto all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Il rilancio e la valorizzazione delle onorificenze motu proprio. La Presidenza Napolitano
Il Presidente della Repubblica Napolitano (15 maggio 2006-14 gennaio 2015), discostandosi in parte dalla prassi instaurata dal suo predecessore, optò per un uso delle onorificenze motu proprio rivolto soprattutto a premiare chi si era dedicato a tematiche più prettamente sociali: uguaglianza e inclusione sociale, diritto alla salute, sicurezza sui luoghi di lavoro. Ogni anno, l’8 marzo, Festa internazionale della donna, egli conferì motu proprio onorificenze a cittadine italiane distintesi nei campi corrispondenti alla tematica collegata alla celebrazione.
Ricordiamo, ancora, la Giornata internazionale dei diritti e delle persone con disabilità, celebrata per la prima volta al Quirinale il 3 dicembre 2007, nella quale i conferimenti motu proprio posero in risalto coloro che si adoperano per rendere migliore la vita ai diversamente abili e alle loro famiglie e l’impegno di quanti promuovono l’integrazione delle persone con disabilità.
Attraverso le onorificenze motu proprio, il Presidente Napolitano ha voluto anche premiare i grandi protagonisti dello sport, non solo per le loro vittorie, ma anche per aver coniugato lo spirito agonistico con la lealtà ai valori sportivi.
Va inoltre segnalato che il Presidente Napolitano, fin dall’inizio del suo mandato, ha sempre denunciato con forza la grave piaga sociale delle vittime sul lavoro. Anche a seguito del suo vibrante appello, è stata data nuova vita alla decorazione della Stella al Merito del Lavoro alla memoria, che era caduta in desuetudine, ed è stata realizzato un monumento ai Caduti sul lavoro all’ingresso della sede nazionale dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Si ricorda, infine, che nel 2010 è stato istituito l’Attestato d’onore, che attribuisce il titolo di Alfiere della Repubblica. La benemerenza è riservata ai minori italiani e stranieri nati nel nostro Paese o che abbiano frequentato con profitto le scuole italiane per almeno cinque anni. Essa premia le eccellenze conseguite nello studio, nelle attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive e del volontariato, ma anche singoli atti e comportamenti ispirati ad altruismo, solidarietà e coraggio. Nella sostanza, l’Attestato d’onore è il riconoscimento del Presidente della Repubblica al merito delle nuove generazioni.
Il rilancio e la valorizzazione delle onorificenze motu proprio. La Presidenza Mattarella
Fin dall’inizio del suo primo mandato, il Presidente Mattarella ha voluto soprattutto destinare le onorificenze motu proprio ai tanti esempi civili della nostra comunità nazionale per premiare il senso civico, l’altruismo, la dedizione al bene comune. Così, nel corso di questi ultimi anni, è stato insignito dal Presidente Mattarella chi, a vario titolo, ha offerto nella quotidianità e spesso nell’anonimato la sua generosa disponibilità verso gli altri[15].
Si tratta di italiani e stranieri che si sono distinti in attività di imprenditoria etica, volontariato e solidarietà; che hanno promosso la cultura della legalità e del diritto alla salute; che hanno tutelato i diritti dei minori e degli anziani, con particolare attenzione per chi vive in condizione di disagio e di abbandono; che hanno promosso la cultura del dono; che si sono adoperati a favore della integrazione nel nostro Paese degli immigrati, dimostrando spirito di accoglienza e condivisione soprattutto in occasione di eventi tragici come il naufragio di Cutro; che hanno dato il loro apporto per la tutela dei diritti dei malati per la loro dignità e a difesa della qualità della vita; che si sono adoperati a favore della disabilità per la promozione di una cultura della accessibilità e dell’inclusione sociale e delle pari opportunità; che si sono impegnati a favore dei detenuti, promuovendo percorsi di risocializzazione; che hanno contributo alla promozione di una cultura di contrasto alla violenza sulle donne e di recupero delle vittime di abusi; che hanno contribuito alla sensibilizzazione contro il bullismo e le discriminazioni e disagio giovanile; che hanno profuso il loro impegno per la tutela della dignità delle persone fragili e disagiate con azioni di contrasto alla povertà, al degrado sociale e culturale e a favore del loro reinserimento nella società civile; che hanno affrontato e promosso tematiche riferite alla sicurezza stradale e sui luoghi di lavoro; che hanno dato il loro contributo alla promozione di pratiche di sostenibilità sociale, ambientale ed economica e contro lo spreco alimentare; che hanno compiuto atti di eroismo, di coraggio e di altruismo non fermandosi di fronte a situazioni di pericolo e di rischio della propria vita.
[15] Cfr. i comunicati del Quirinale del 10.10.2015, 12.11.2016, 18.11.2017, 29.12.2018, 20.12.2019, 29.12.2020, 16.7.2021, 13.11.2021, 25.2.2023; 24.2.2024.
Attraverso due distinti conferimenti, il Presidente Mattarella ha voluto riconoscere le benemerenze di quanti si sono particolarmente distinti durante l’emergenza del coronavirus[16]. Come precisato nel comunicato del Quirinale, i conferimenti attribuiti ai singoli vogliono simbolicamente rappresentare l’impegno collettivo di tanti nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali.
Il motu proprio ha anche premiato i grandi campioni dello sport che con le loro vittorie hanno dato lustro all’Italia, ma anche chi, attraverso lo sport, ha testimoniato come sia possibile superare i limiti derivanti dalla disabilità e come la pratica sportiva sia così un’occasione di inclusione sociale.
È importante segnalare l’ampio risalto mediatico riservato ai conferimenti motu proprio attraverso la diramazione di un articolato comunicato ufficiale del Quirinale, nel quale si riportano in modo dettagliato le motivazioni a fondamento della scelta presidenziale. La consegna dei diplomi agli insigniti si svolge nel corso di una solenne cerimonia a Palazzo, alla presenza di numerose autorità istituzionali. È l’occasione per il Capo dello Stato di ricordare il significato più autentico dell’onorificenza dell’OMRI, come ha fatto il 31 marzo 2023 in un discorso che ha avuto una grande eco sulla stampa e sui mezzi di comunicazione. A nome dell’intera comunità nazionale, egli ha ringraziato i decorati «per quanto hanno fatto, per come hanno rappresentato quello che è il vero spirito del nostro Paese, il vero senso, che l’Italia conserva e sviluppa ampiamente, di solidarietà, di altruismo, di apertura verso gli altri[17]».
Conclusioni
A settantatré anni dalla sua fondazione, l’OMRI rappresenta ancora il segno distintivo del Merito, inteso come l’insieme di valori espressi e sanciti dalla Costituzione repubblicana e riconosciuti come tali da tutta la comunità nazionale. Esso riflette l’immagine dell’Italia migliore, di quell’Italia che si identifica negli ideali di civiltà, di progresso, di crescita e di coesione sociale che sono a fondamento del nostro sistema democratico.
Comm. Giovanna Ferri
Consigliere di Amministrazione
della Fondazione Insigniti OMRI