Con questo approfondimento il Commendatore Paolo Maris Pomponio, della Fondazione Insigniti OMRI analizza il traffico di esseri umani come un business globale che frutta miliardi di euro, sfruttando persone in fuga da guerre, povertà e persecuzioni. L’Africa subsahariana e l’Asia sono le principali aree di provenienza delle vittime, con rotte che attraversano il Mediterraneo e i Balcani. Nonostante il forte potere delle organizzazioni criminali, la cooperazione internazionale, come dimostrato dai successi recenti in Italia e in Europa, sta riducendo le tragedie e i traffici illegali. Strategie come il Piano Mattei e l’ingresso regolare dei migranti offrono soluzioni per contrastare il fenomeno. La cooperazione tra i Paesi è fondamentale per un cambiamento duraturo.
Il Questore Paolo Maria Pomponio membro della Fondazione zIndigniti OMRI, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, approfondendo in particolare il tema dell’immigrazione. Ha diretto l’Ufficio Immigrazione nelle Questure di Firenze e Agrigento, ove si è occupato anche delle dinamiche inerenti al centro di accoglienza di Lampedusa, e ha ricoperto l’incarico di direttore del Servizio Immigrazione al Ministero degli Interni, sviluppando una solida competenza nel settore
La tratta di esseri umani rappresenta un business per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti. Il volume d’affari su scala mondiale oscilla tra i 4,7 e i 6 miliardi di euro annui, lucrati su persone che partono dai Paesi d’origine per fuggire da situazioni difficili, come guerre, persecuzioni, povertà o condizioni climatiche estreme, ma anche per raggiungere familiari o conoscenti già presenti presso le località di destinazione.
Il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC), che mira a diffondere notizie sulle attività svolte dal sistema ONU, ha specificato che l’Africa, in particolare quella subsahariana, nonché l’Asia meridionale e orientale sono i territori dai quali proviene la maggior parte delle vittime. Le rotte utilizzate dai trafficanti variano a seconda dei luoghi di partenza e di destinazione dei migranti. Le direttrici per condurli in Europa sono, principalmente, due: marittima, attraversando il Mediterraneo, e terrestre, oltrepassando i Balcani.
La buona notizia è che possiamo contrastare la tratta di esseri umani. Nel 2024, infatti, il numero di persone condotte dai gruppi criminali sui nostri litorali è diminuito del 59% rispetto all’anno precedente. Ciò è dipeso dalle iniziative di cooperazione avviate dall’Italia con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori gestiti illecitamente dai trafficanti.
Tratta di esseri umani: contrastarla è una sfida da vincere
Indipendentemente dalla rotta seguita, i trafficanti agiscono senza scrupoli. Ciò emerge anche dalle testimonianze su migranti che, nel viaggio di trasferimento dai Paesi subsahariani ai litorali nordafricani di partenza per l’Europa, sono stati abbandonati nel deserto al loro tragico destino. Coloro che, invece, arrivano vivi presso le località costiere, vengono dapprima nascosti in capannoni e, successivamente, imbarcati su natanti a rischio di naufragio.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha sovente evidenziato che chi gestisce il traffico di migranti è coinvolto anche nella tratta di esseri umani, crimine che va contrastato dai Paesi unendo le forze. Risulta, pertanto, strategica la cooperazione, che diventa la chiave per scongiurare tragedie lungo le rotte usate dai trafficanti. A loro, infatti, si rivolge il 90% dei migranti per raggiungere l’Europa, come ritengono Europol e Interpol.
Per contrastare meglio le organizzazioni criminali, dallo scorso luglio una direttiva europea assicura più incisività alle indagini e maggiori tutele alle vittime, anche fornendo loro alloggi sicuri e sostenendo i disabili. Lo scorso 13 dicembre, inoltre, il Consiglio dell’UE ha definito il reato di traffico di migranti, aprendo la strada al negoziato con l’europarlamento.
Proprio la lotta a tale traffico è prioritaria per la European multidisciplinary platform against criminal threats (EMPACT), piattaforma multidisciplinare europea. La stessa, incentivando la cooperazione e lo scambio d’informazioni, facilita le indagini su gravi crimini, come la tratta di esseri umani. I malviventi arrestati per traffico di migranti, infatti, erano 3.646 nel 2022, sono diventati 6.801 nel 2023.
Cooperazione che, peraltro, è una delle direttrici del Piano di azione italiano contro la tratta, unitamente a prevenzione, persecuzione e protezione. Detto Piano contempla la diffusione della cultura della legalità tra le potenziali vittime, realizzabile anche sviluppando nei loro Paesi azioni d’informazione sull’accesso al lavoro in Italia.
Scenario attuale
Secondo l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (FRONTEX), sono diminuiti i migranti arrivati irregolarmentesulle coste italiane. Il drastico calo nel 2024, di 91.334 persone rispetto al 2023, ha ridotto i ricavi dei gruppi criminali dediti alla tratta di esseri umani, indebolendoli.
Ciò è dipeso da più iniziative avviate dall’Italia con alcuni Paesi africani, anche tramite il Piano Mattei. Si tratta di un progetto ambizioso su sanità, istruzione/formazione, agricoltura, acqua, energia e infrastrutture, per intervenire sulle cause che spingono i migranti a cercare altrove un futuro migliore. Il Piano, non essendo predatorio, si pone come antitetico rispetto al land grabbing, ossia l’accaparramento di terreni per sfruttarne le risorse, che costringe le popolazioni indigene ad abbandonarli. Nei giorni scorsi, peraltro, in attuazione del Piano è stato sancito un accordo per sviluppare, con il pieno coinvolgimento delle realtà africane interessate, progetti a tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile.
Il nostro Paese, peraltro, favorisce l’accesso di lavoratori stranieri a prescindere dalle “quote annuali” d’ingresso. Occorre, tuttavia, che siano persone professionalmente formate e a conoscenza dei rudimenti della lingua italiana e della Costituzione. In Tunisia, ad esempio, 20 persone stanno attualmente frequentando un corso sull’edilizia, nell’ambito di un’ampia progettualità che coinvolge 2.000 lavoratori.
Strategie future
Per Laurence Hart, dirigente dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), “Gli ingressi regolari sono la soluzione per contrastare le migrazioni irregolari”. Nella lotta ai trafficanti, comunque, occorre l’apporto dei Paesi terzi, come la Tunisia. L’attività info-investigativa svolta in loco, infatti, ha permesso nel 2024, rispetto al 2023, di ridurre dell’80% le partenze verso l’Italia.
Il solco per il nostro Paese è tracciato:incentivando la cooperazione potremo scardinare la tratta di esseri umani. L’auspicio è che anche altri Paesi seguano la strategia italiana. Occorre, infatti, valorizzare e non depredare i territori africani e, quindi, contrastare il land grabbing, favorendo contemporaneamente l’ingresso regolare dei migranti.